"Roma non può essere operaia". E' così che il ministro Quintino Sella, nel 1888, condannava la Capitale d'Italia ad uno sviluppo futuro esclusivamente amministrativo, legato alle attività della pubblica amministrazione e del commercio, nel tentativo di impedire al proletariato di concentrarsi nei luoghi del potere. Ma il boom immigratorio che seguì la proclamazione di Capitale del Regno, comportò la crescita di bisogni legati a servizi e commerci: case, strade, infrastrutture, ma soprattutto alimenti. Per questa ragione l'industria che si sviluppò a Roma fu legata tradizionalmente a due settori: l'edilizia e i prodotti alimentari. Sebbene nell'immaginario più frequente e consolidato della città l'area industriale per eccellenza resti quella dell'Ostiense, a partire dalla fine dell'Ottocento lungo le vie Casilina e Prenestina si andò sviluppando un'altra area industriale meno nota, ma destinata a segnare quel territorio per tutto il secolo successivo.
Ex Pastificio Pantanella, Via Casilina Vecchia
Fuori Porta Maggiore alla fine dell'Ottocento era attiva la Società Magazzini Generali, fusa con il Pastificio Pantanella nel 1891, in un'operazione finanziaria del Banco di Roma.
Nel 1928 la Società magazzini generali e pastificio Pantanella, con sede in via dei Cerchi nel rione Ripa, avviò l'ampliamento del vecchio molino fuori Porta Maggiore, lungo la via Casilina. La stesura del progetto venne assegnata all'architetto Pietro Aschieri, che lo trasformò in un manifesto del nuovo linguaggio architettonico di regime.
A fianco all'area occupata dallo stabilimento della Pantanella, al n. 15 di via Casilina, sorgeva la Società anonima Molino centrale dei Fratelli Franco. L'impianto aveva una forza motrice generata da un motore elettrico di 100 cavalli, contando su una produzione giornaliera di 300 quintali di grano ed occupando stabilmente 30 operai. Ai molini si affiancavano pastifici, forni, depositi di foraggi e cereali, laboratori e negozi al dettaglio di generi alimentari e prodotti coloniali. Fra questi era attiva la ditta Luigi Magnani, fornitore ufficiale di foraggiamento per le scuderie del Regio Esercito.
Ex Deposito Nettezza Urbana (oggi Casa Santa Giacinta), Via Casilina Vecchia
Con la creazione dell'azienda municipale per la raccolta della nettezza urbana di Roma nel 1886, il Comune acquistava un ampio terreno lungo la via Casilina Vecchia, a ridosso della linea Roma-Napoli. Il deposito divenne ben presto il più ampio ed attrezzato della città, per il ricovero dei carri di raccolta e quelli speciali, delle botti innaffiatrici a cavallo, l'automobile innaffiatrice Fiat e le 7 macchine spazzatrici a motore del 1903.
Lungo la via Casilina Vecchia sin dal 1890 vennero impiantate distillerie come quella del cavalier Francesco Montagna, con una produzione di 20.000 quintali di alcool. La ditta venne rilevata da Salvatore De Simone nel 1895, che avviò un rapido processo di modernizzazione degli impianti.
Deposito ATAC, Via Prenestina
Nel 1886 la nuova Società romana tramways decise di impiantare uno stabilimento fuori Porta Maggiore, fra il vicolo del Pigneto e la linea Roma-Napoli. Lo stabilimento, costituito da numerosi corpi di fabbrica, ospitava le scuderie dei cavalli, con relativo magazzino per la biada, le rimesse per le vetture tramways, l'officina e il fabbricato per la verniciatura, il fabbricato per gli uffici e l'abitazione del guardiano e le aree di servizio. I depositi vennero acquistati dall'Azienda di trasporti municipali (Atag) nel 1926.
Ex Stabilimenti SNIA Viscosa, Via Prenestina
Inaugurato nel 1923 lo stabilimento di lavorazione della seta artificiale Raion Viscosa, di proprietà della Società veneta Cisa-Viscosa (poi Snia), occupava un'area di circa 14 ettari nel lotto compreso fra ferrovia Roma-Sulmona-Pescara, la via Prenestina e la Stazione ferroviaria omonima. Gli impianti erano divisi in 3 file di padiglioni monopiano per le lavorazioni, padiglioni per i servizi e gli uffici della direzione. La manodopera impiegata fu soprattutto femminile, la maggioranza delle quali, almeno all'origine, era stata trasferita da altri impianti tessili veneti, per le quali furono previsti padiglioni-dormitorio. Furono proprio le operaie della Viscosa ad avviare una serie di scioperi nel corso dei primi anni del fascismo, prima che il regime decretasse l'abolizione dello sciopero: indice di un'alta sindacalizzazione delle donne operaie del nord.
Tangenziale est, Via Prenestina
Parte della Tangenziale est, la sopraelevata venne costruita tra il 1966 e il 1974. E’ stata utilizzata come set per le scene di due film del 1975 (Fantozzi, in cui il protagonista salta dal terrazzino della sua abitazione per prendere l’autobus; Roma violenta, che termina con un inseguimento automobilistico in questo tratto di Tangenziale e in Un borghese piccolo piccolo (Mario Monicelli, 1977): il protagonista, Alberto Sordi, abita lungo la via Prenestina; in particolare si ricorda la scena in cui Sordi si affaccia alla mattina presto dalla finestra della sua casa, un palazzo su piazzale Prenestino, e la cinepresa effettua una lunga panoramica sulla Prenestina con la Tangenziale Est appena costruita. (
Sottopasso Tangenziale Est, Via Casilina Vecchia
Ponte Casilino - Ferrovia Roma-Cassino-Napoli
Detta anche Direttissima Roma-Napoli, venne completata nel 1927, ma l'inaugurazione della prima tratta sino a Pozzuoli risale al 20 settembre 1925. Tra i progettisti, degni di menzione sono Gioacchino Luigi Mellucci e Alfredo Cottrau.
A poca distanza da qui era la vecchia Stazione Casilina, con l'interessante fabbricato viaggiatori, il cui ingresso è costituito da tre porte finestre con cornici ad arco.
La stazione Casilina svolge un ruolo secondario rispetto alle stazioni Prenestina e Tuscolana.